Nel 1919, con l’aiuto finanziario di Giorgio Parodi e il supporto tecnico dell’officina di Giorgio Ripamonti, dove Carlo Guzzi aveva appreso i primi rudimenti della meccanica, venne costruita la G.P. 500 (iniziali di Guzzi e Parodi).
Il nome “GP” venne poi abbandonato nel 1921, con il consenso unanime di tutti i soci Moto Guzzi, per evitare fraintendimenti con le iniziali del solo Giorgio Parodi.
La G.P. 500, che non venne messa in produzione per gli alti costi derivanti da alcune soluzioni come la doppia accensione e la testa a 4 valvole, è considerata il prototipo della Moto Guzzi Normale che verrà realizzata nel 1921, dalla neonata Moto Guzzi, in 17 esemplari. Lo schema costruttivo della Guzzi-Parodi, cilindro orizzontale, volano esterno, trasmissione primaria a ingranaggi e cambio in blocco, rimarrà per lungo tempo alla base della filosofia costruttiva delle moto della Casa di Mandello.